la mia storia, i miei libri, il mio Paese originario (almeno credo)
PAESE ITALIA PRESS
(Valerio Calzolaio - 1 febbraio 2020)
Generazione desaparecida. Storie di esili e ritorni di una generazione perduta nel Cile della dittatura militare Giordano Vecchietti Ventura Senigallia Romanzo 2019 Pag. 163 euro 15 Valerio Calzolaio Cile e Italia. 1973-2019. Martedì 11 settembre 1973 alle 7 e 10 il 25enne Pepe-José sente gli elicotteri e si sveglia di soprassalto. Su richiesta esplicita del Partito, da un paio di settimane vive solo a Valparaiso, lontano dalla famiglia (genitori e tre sorelle). Ascoltando i canali radio trova solo musiche e marce militari, capisce che il golpe è iniziato, deve mettersi al sicuro, nella tasca del giaccone ha una pistola datagli da un caro compagno della scorta del Presidente. Il popolo di Unidad Popular lo aiuta, scappa. Con acume, freddezza e ironia, Giordano Vecchietti (Ancona, 1959) racconta la storia di un cileno della “Generazione desaparecida”, uno di loro, uno di noi, che combatte per le sue idee contro la violenza della Storia, “il più grave affronto alla democrazia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con un governo rovesciato, i militari al potere, le deportazioni, le sparizioni di massa, le uccisioni” (Restuccia nella Prefazione), un romanzo bello e verosimile.
LIBRI LA MIA VITA (Antonella Punziano - 22 gennaio 2020)
http://www.librilamiavita.it/recensione-generazione-desaparecida-di-giordano-vecchietti/
PULP LIBRI (Roberto Sturm - 24 dicembre 2019)
https://pulplibri.it/storia-di-una-generazione-cilena/
RADIO ARTICOLO 1 (CGIL) mia intervista del 22 novembre 2019
https://www.collettiva.it/radioarticolo1/2019/11/22/podcast/viva_chile_-684883/
CILE 1973-2019 RADIO ARTICOLO 1 (CGIL) intervista a Ricardo Madrid 19 novembre 2019
https://www.collettiva.it/radioarticolo1/2019/11/19/podcast/cile_1973-2019-684991/
ROBINSON (Libri e Lettori)
https://www.torneoletterariodirobinson.it/libri-e-lettori/?libro=GenerazioneDesaparecida
IBS LIBRI - Massimo Cortese (14 novembre 2019)
Il libro è un romanzo storico contemporaneo, che ripercorre la vicenda umana di un giovane dirigente politico, tutta protesa a mettere in salvo la propria persona, messa in pericolo dal colpo di stato militare cileno dell’11 settembre 1973. L’ambientazione, curata nei dettagli, ci riporta agli avvenimenti di oltre quarant’anni fa, mentre sullo sfondo si susseguono eventi che forse i più giovani non conoscono, come ad esempio la terribile repressione militare di quei giorni, ed anche fatti decisamente più lievi, come la partecipazione della squadra italiana di tennis alla finale di Coppa Davis del 1976 disputata in Cile. Josè, il protagonista, si trova a vivere una condizione, quella del fuggiasco, alla quale è abituato; l’esperienza della fuga si scontra con situazioni imprevedibili, ma la fede politica del giovane non è mai messa in discussione, anche a motivo dell’incoscienza tipica della sua giovane età. Questo singolare viaggio, sebbene scritto in italiano, concede molto alla lingua spagnola parlata dal protagonista, e tale scelta è da mettere in relazione con la volontà dello scrittore di annullarsi in favore della verosimiglianza della vicenda raccontata, che si snoda in un lasso di tempo di quindici anni. Vi è inoltre un aspetto curioso che merita di essere affrontato: intendo riferirmi all’attuale fase storica, nella quale la costituzione di una vivace opposizione ha messo in crisi il Governo della repubblica cilena, con conseguenti disordini e vittime. Dalla cronaca che ho avuto modo di leggere, non si ravviserebbe alcuna connessione con gli eventi riportati nel libro, ma, in fondo, non si può negare che i fantasmi del passato possano riemergere e influenzare in qualche modo la società. Talvolta la Storia ci riserva delle sorprese, e allora il romanzo storico, per quanto possa essere il frutto della creatività del suo autore, può trovarsi a dover fare i conti con la situazione attuale, che può presentare delle analogie con la vicenda raccontata.
GENIUS scuola di scrittura (13 novembre 2019)
https://storygenius.it/2019/11/13/generazione-desaparecida/
TRIESTE - FESTIVAL DEL CINEMA LATINOAMERICANO (programma 11 novembre 2019)
https://www.cinelatinotrieste.org/festival2019/programma/lunedi-11-novembre-2019
fotogallery presentazione https://www.cinelatinotrieste.org/festival2019/fotogallery/1111-evento-collaterale-presso-la-libreria-ubik
7x4 NEWS (INTERVISTA TV ARANCIA) (4 novembre 2019)
https://www.youtube.com/watch?v=_sZeFdQhXlc
AGENZIA A.G.I. (Luca Mariani - 18 ottobre 2019)
Editoria:'Generazione desaparecida',libro Vecchietti su golpe Cile = (AGI) - Roma, 18 ott. "Dicono di lui che sia nato casualmente ad Ancona nel 1959, ma che in realta' sia vissuto in una vita precedente in Cile". Giordano Vecchietti, dopo il libro 'Resistenze, le vie e i luoghi della memoria', prosegue il suo impegno civile per non dimenticare i passaggi cruciali della storia, che hanno portato, con spargimento di sangue e sacrifici, spesso sconosciuti o dimenticati, la democrazia a Roma prima e a Santiago poi. L'ultima opera di Vecchietti e' 'Generazione desaparecida', un romanzo edito da 'Ventura edizioni'. Jose', 25 anni, dirigente di un partito di sinistra e sostenitore di Unidad Popular nel Cile di Salvador Allende, vive a Valparaiso e si sveglia il mattino di martedi' 11 settembre 1973 con i rumori del golpe militare gia' in atto dall'alba e da quel momento scatta in lui l'istinto naturale di conservazione, del salvare se stesso dalla cattura. Clandestino e ricercato, cambi di identita', travestimenti, nessun contatto con la famiglia, isolato e continuamente in pericolo, Jose' deve sopravvivere giorno per giorno, restando come sospeso tra la vita e la morte in un limbo emotivo ed esistenziale. E' una lotta dura, perche' il tradimento di chi ti e' vicino e' sempre in agguato. I familiari sono poi sostanzialmente ostaggi del regime. Jose' vive nella speranza che la crudelta' di Pinochet si fermi di fronte a donne e anziani innocenti. Ma le notizie sui propri cari sono sempre incerte e parlarne troppo puo' essere addirittura controproducente. La storia di Vecchietti e' romanzata, ma inserita in un contesto storico con fatti veramente accaduti e personaggi realmente vissuti, ispirata "dalle vicende di un amico in fuga", quale esempio dei tanti che in quel giorno maledetto videro la loro vita stravolta dagli eventi e che riuscirono a mettersi in salvo in ambasciate straniere, attraversare con documenti falsi il confine tra Cile e Argentina, vivendo poi i lunghi anni dell'esilio nella lontana Svezia. Il libro e' avvincente e mostra una profonda conoscenza del tessuto sociale cileno, dal quartiere 'genovese' di Valparaiso alla reale conoscenza dei luoghi della resistenza clandestina, ad esempio un ristorante di Santiago, dove gli avventori si chiamavano tra loro 'Canallas' ('canaglie'), usando il termine con cui il dittatore Pinochet defini' i sovversivi. Lo scopo era naturalmente quello di evitare di chiamarsi per nome. Grazie ad emittenti radio dell'opposizione, venivano date in codice giornalmente le parole d'ordine per entrare, evitando l'infiltrazione di agenti governativi. Nonostante arresti, vandalismi e multe, il ristorante, grazie a collette popolari, riusci' a sopravvivere fino al ritorno della democrazia nel 1990. Vecchietti omaggia anche la figura di Raul Silva Henriquez, arcivescovo di Santiago, che fu uno dei principali difensori dei diritti umani, raccolse molto materiale sugli abusi del regime, incluse le torture nell'Estadio Chile, e subi' le pressioni di Pinochet in Vaticano per la sua rimozione, che avvenne nel 1983, al compimento del 75* anno di eta'. Continuo' comunque nelle sue opere in favore dei piu' poveri e mori' nell'aprile 1999, all'eta' di 91 anni. Dopo la celebrazione dei funerali solenni con i massimi onori di Stato, e' attualmente sepolto nella cattedrale di Santiago, con una statua a lato dell'entrata principale. Scrive nella prefazione Paolo Restuccia, regista del programma satirico radiofonico 'Il ruggito del coniglio': "C'e' una ferita che ha attraversato la storia del Novecento: il golpe cileno e la dittatura dopo l'uccisione del legittimo Presidente Allende. La politica, la cultura, la musica, perfino la vita della Chiesa cattolica (la foto di Giovanni Paolo II con il dittatore Pinochet e' difficile da dimenticare), il senso stesso della democrazia occidentale vennero turbati da quello che avvenne l'11 settembre 1973. Un 11 settembre che precedette quello delle Torri gemelle newyorchesi del 2001 diventato un'icona dell'attacco violento allo stile di vita occidentale. Un 11 settembre che, in effetti, fu il piu' grave affronto alla democrazia dalla fine della seconda guerra mondiale, con un governo rovesciato, i militari al potere, le deportazioni, le sparizioni di massa, le uccisioni. Un 11 settembre in cui gli Stati Uniti non furono vittime ma carnefici, attraverso vie che la storia non ha ancora esplorato a sufficienza".